Coronavirus, il Politecnico di Torino è il protagonista di una vicenda interessante che potrebbe cambiare le sorti del mondo.
Stiamo parlando dello studio del gruppo di ricerca della professoressa Monica Ferraris del Dipartimento di scienza applicata e tecnologia. Il gruppo potrebbe aver trovato la soluzione per annientare il coronavirus. Si tratta di un rivestimento che si può applicare a qualsiasi superficie, che possiede proprietà antifungine ed antibatteriche. Il rivestimento in questione è a base di nanoparticelle di argento e silice.
Coronavirus: del silice e dell’argento sono l’arma invincibile
Coronvirus, un rivestimento in silice può essere l’arma invincibile; a quanto apre infatti con questo rivestimento potranno essere realizzati i filtri per le mascherine. Nessuna mascherina, almeno per il momento, ha dato certezza di essere all’altezza di proteggerci ed evitare il contagio. Per mesi è rimasta aperta la questione: mascherina si, mascherina no? E poi, nell’eventualità del sì, quale mascherina? Una risposta che ancora non è arrivata.
I due elementi chiave garantiscono l’eliminazione di agenti patogeni, tra cui quelli che causano il coronavirus. Il progetto della dottoressa Ferraris ha ottenuto l’appoggio completo della GV Filtri di Baldissero Torinese. Questa è un’azienda specializzata nel settore da circa 30 anni, che si occupa della produzione di filtri industriali. Se l’azienda ha trovato la scoperta del gruppo di studi interessante e di valore, i risultati della ricerca pubblica potrebbero aprire una grandiosa strada a favore della battaglia contro il coronavirus.
Un progetto avviato 10 anni fa trova soluzione nel periodo peggiore
Il progetto del rivestimento risale a circa 10 anni fa, in queste settimane il lavoro degli studiosi è triplicato proprio per cercare di arrivare al dunque e trovare una soluzione che si possa applicare alla situazione disastrosa che il mondo intero sta vivendo.
Troppi morti, una realtà tanto lontana dalla nostra. Qualora l’iniziativa dovesse andare per il meglio, le mascherine potrebbero salvarci la vita in attesa del vaccino.